“Mi Hanno Chiamato Madre”: Il Racconto Toccante di un Papà Transgender Che Ha Sconvolto il Web – Guarda le Foto!

 “Mi Hanno Chiamato Madre”: Il Racconto Toccante di un Papà Transgender Che Ha Sconvolto il Web – Guarda le Foto!

Chiamare qualcuno con il nome e i pronomi che sceglie è un semplice atto di rispetto. Eppure, negli ambienti medici, dove si è spesso ancorati a schemi tradizionali, questo gesto può diventare una sfida. Lo sa bene Bennett Kaspar-Williams, uomo transgender di 37 anni, che ha partorito suo figlio Hudson con un cesareo nell’ottobre 2020. Nonostante si identifichi chiaramente come uomo e utilizzi i pronomi he/him, durante il ricovero è stato ripetutamente chiamato “madre” dallo staff sanitario – una ferita emotiva in un momento già delicato.

Il percorso di Bennett è cominciato nel 2011, quando ha compreso di essere transgender, iniziando la transizione tre anni dopo. Dopo aver affrontato un intervento di mastectomia (top surgery), ha scelto di non sottoporsi a operazioni sugli organi riproduttivi, il che gli ha permesso di portare avanti una gravidanza. Se da un lato la possibilità di avere un figlio lo ha riempito di gioia, dall’altro il continuo misgendering ha reso tutto più doloroso. Anche con i documenti aggiornati e l’identità maschile riconosciuta, molti operatori sanitari hanno continuato a fare riferimento a lui come se fosse una donna, riflettendo vecchie idee su chi “può” dare alla luce un bambino.

Divenuto padre, Kaspar-Williams ha deciso di rompere il silenzio per portare un messaggio importante: il parto non è un’esperienza riservata alle donne. Non tutte le donne partoriscono, e non tutti coloro che partoriscono sono donne. Per lui, il vero disagio della gravidanza non era fisico, ma psicologico: essere visto come una madre, ruolo nel quale non si è mai identificato. Solo quando è riuscito a separare mentalmente l’esperienza biologica dal concetto sociale di maternità, ha potuto affrontare la genitorialità con serenità.

La sua testimonianza si unisce a quella di Freddy McConnell, altro papà transgender che ha partorito nel 2019 e che ha raccontato la sua esperienza in un documentario. McConnell ha dichiarato che la transizione gli ha permesso di iniziare davvero a vivere, e che la scelta di avere un bambino è stata pratica: ha semplicemente usato il corpo che aveva per realizzare un desiderio profondo. A differenza di Bennett, Freddy ha trovato nel personale medico rispetto e accoglienza, rendendo il parto un momento potente e confermante della sua identità.

Oggi, sia Kaspar-Williams che McConnell crescono i loro figli con orgoglio e amore, come padri. “Non c’è nulla di più forte per me del poter dire: sono un papà e ho creato mio figlio con il mio corpo”, afferma Bennett. E aspetta con emozione il giorno in cui Hudson capirà che è stato proprio suo padre a portarlo in grembo, aiutando così a normalizzare una nuova visione della famiglia.

Le loro storie non solo commuovono, ma scuotono le fondamenta delle convenzioni sociali, aprendo la strada a una genitorialità più inclusiva, autentica e libera da stereotipi.

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