La volpe condusse i cacciatori verso una buca nascosta nel bosco, dove si celava qualcosa di misterioso. Ciò che gli uomini scoprirono alla fine del cammino cambiò tutto.

Due cacciatori camminavano lungo un sentiero nel bosco quando notarono un comportamento insolito di una volpe rossa. Non scappava come al solito, ma girava insistente attorno a un punto, fermandosi ad ascoltare. Poi scomparve nella fitta boscaglia.
La curiosità ebbe la meglio — gli uomini la seguirono e presto videro qualcosa di strano: la volpe gettava qualcosa in una profonda buca. Con cautela si affacciarono e rimasero di sasso.
Sul fondo giaceva un ragazzino, magro e stremato, con gli occhi pieni di paura e fatica. Era caduto in una vecchia trappola per cinghiali giorni prima, rischiando di morire di fame e freddo.
La storia ha avuto inizio in un paesino del Casentino, in Toscana. Un bambino di undici anni viveva con la nonna. Quando l’anziana si ammalò all’improvviso, il ragazzo si addentrò nel bosco per raccogliere erbe medicinali. Ma il terreno sotto i suoi piedi cedette e lui rimase intrappolato — le pareti lisce non lasciavano scampo.
Per tre lunghi giorni gridò aiuto, ma nessuno lo sentì. Poi, il quarto giorno, comparve la volpe. All’inizio pensò di sognare, ma quella sera la bestiola gli lasciò un pezzo di pesce. Nei giorni seguenti la volpe continuò a portargli cibo, sorvegliandolo con premura dall’alto.
Ma la cosa più incredibile fu quello che fece dopo: portò con sé i cacciatori.
I due raccontarono che la volpe li condusse in una parte del bosco dove di solito non andavano. Correva avanti, poi si girava, costringendoli a seguirla. Così arrivarono alla buca e trovarono il bambino vivo.
Il piccolo salvato non poteva credere ai suoi occhi. Prima di andarsene, i cacciatori liberarono la volpe, che si fermò a guardare il ragazzo un’ultima volta, come a salutarlo.
Questa storia si diffuse in tutto il Casentino. Anche i più duri cacciatori parlarono della capacità degli animali di mostrare compassione, attenzione e fedeltà.
Da allora il bambino e la nonna lasciano spesso qualche dolcetto sul bordo del bosco, sperando che la volpe rossa, la loro salvatrice, torni a far loro visita.
A volte i salvatori si presentano sotto forme inaspettate. E allora si capisce che la compassione è un linguaggio universale, comprensibile a ogni creatura vivente.