Gemelli straordinari che hanno stupito il mondo! Guarda come sono cresciuti!
La serie fotografica “Natural Beauty” accende il dibattito mostrando donne che abbracciano la loro peluria naturale: guarda le immagini audaci!

Una serie fotografica provocatoria e dal forte impatto visivo, intitolata «Natural Beauty», mette in discussione gli standard di bellezza femminile radicati da secoli, mostrando donne che scelgono consapevolmente di abbracciare la propria pilosità naturale sotto le ascelle. Questo movimento invita le donne a liberarsi dalla pressione sociale della depilazione, una pratica che affonda le sue radici storiche fino all’età della pietra, quando si utilizzavano strumenti rudimentali per la rimozione dei peli. Nei secoli successivi, queste abitudini si sono evolute, trovando giustificazione perfino nella teoria della selezione sessuale di Darwin, che ha contribuito a rafforzare l’idea che la mancanza di peli fosse sinonimo di evoluzione – e quindi di desiderabilità – consolidando nell’immaginario collettivo del Novecento il concetto di femminilità glabra.
Già nei primi anni del 1900, la rimozione dei peli corporei si era trasformata in un vero e proprio «dovere femminile», e la presenza di peluria era vista come un difetto da correggere. La scrittrice Heather Widdows sottolinea come questo abbia generato una vergogna profonda, spingendo molte donne a radersi quasi per obbligo. Tuttavia, il fotografo Ben Hopper, autore del progetto «Natural Beauty», mira a spezzare questo condizionamento secolare, dando voce e volto a donne che, senza scuse né filtri, scelgono di mostrarsi così come sono.
L’obiettivo è chiaro: sfidare il tabù legato ai peli femminili e mettere in discussione la visione ristretta della bellezza promossa dalla moda e dal cinema.
La serie di Hopper gioca con un potente contrasto visivo: da un lato, le immagini idealizzate della bellezza femminile; dall’altro, l’estetica cruda e non convenzionale di corpi veri, forti, non depilati. L’intento è quello di spiazzare lo spettatore e spingerlo a rivalutare i canoni di bellezza tradizionali. Le immagini sono accompagnate da racconti intimi di modelle e attrici, per le quali lasciar crescere i peli è diventato un gesto di forza e liberazione. Per molte, si tratta non solo di una scelta personale, ma di un atto di riappropriazione del proprio potere primordiale, un rifiuto consapevole delle imposizioni sociali.
Ma pur nella sua forza rivoluzionaria, «Natural Beauty» non pretende di convertire tutte le donne al culto del pelo naturale. Hopper precisa che il suo intento è piuttosto quello di aprire uno spazio di riflessione, offrendo un’alternativa concreta e legittima. Per alcune partecipanti, come Sienna, la decisione di non depilarsi è nata da una semplice ricerca di comfort, e non da un intento politico. Un punto di vista che trova eco nelle parole di Emilie Bostdt, secondo cui qualcosa di tanto naturale quanto i peli del corpo non dovrebbe essere percepito come una dichiarazione ideologica — eppure, nella società attuale, lo è, e ciò la dice lunga sulla rigidità dei nostri standard estetici
In definitiva, «Natural Beauty» si inserisce in un dialogo più ampio e necessario su una visione della bellezza femminile più fluida, inclusiva e autentica. Offrendo uno spazio dove il corpo può esistere senza modifiche forzate, la serie di Hopper rompe con l’associazione storica tra femminilità e assenza di peli, e invita il pubblico – uomini e donne – a ripensare gli ideali che ci vengono imposti fin dalla nascita. Così, si apre la strada a una bellezza più varia, libera e reale.